Macerata, le pestilenze e la devozione a Maria Madre di Misericordia sua Patrona

Tempo di Quaresima e di quarantena forzata a causa della pandemia da COVID-19

Macerata annovera tra i suoi santi Patroni Maria Madre della Misericordia.
In questo tempo di Quaresima e di quarantena forzata a causa della pandemia da COVID-19, vogliamo ricordare la devozione di Macerata e dei suoi abitanti alla Mamma di tutti noi con il bell’appellativo di Madre di Misericordia raffigurata nella bella pala d’altare custodita nel  santuario cittadino, dove Maria apre le sue mani e il suo manto per proteggere tutti i suoi figli.

Nella vigilia della solennità dell’Annunciazione del Signore, del fiat di Maria pronunciato nella casa di Nazareth oggi custodita a Loreto, vogliamo utilizzare alcune parole contenute nel libro che racconta la storia, la fede e la devozione di Macerata alla Madonna della Misericordia, perché le riteniamo tanto attuali quanto necessarie per aiutare a ricordare a tutti noi maceratesi le nostre origini e la nostra fede.

 

La gente di Macerata nei tempi passati.
Le guerre, i terremoti, le carestie, le pestilenze, tante paure da cui, troppo spesso, è segnata la vita di un popolo, di una famiglia, forse di ogni persona.
Sotto l’ombra delle tue ali…
Sancta Dei Genitrix…
È la storia di un piccolo Santuario Mariano?
È la storia di un “Luogo Santo”, dove pregare, ringraziare, chiedere aiuto, piangere in silenzio o cantare la gioia e la gratitudine?
È la storia di Macerata e della sua gente?
È tutto questo. E molto di più.
dalla introduzione di Mons. Domenico Foglia a “Sub tuum praesidium. Il santuario della Madonna della Misericordia a Macerata”, Bolis Edizioni, 2008, Azzano San Paolo BG

 

L’origine della chiesetta (ecclesiola), che poi sarà il santuario-basilica della Mater Misericordiae di Macerata, è da ricondurre a un voto emesso dalla comunità e dal popolo maceratese per impetrare dalla Madonna la fine di una gravissima pestilenza, che imperversava in città nell’estate del 1447. Non fu questa la prima moria a seminare spavento e morte. Ci fu già la peste nera del 1348, resa famosa dal Boccaccio nel suo Decameron, a causa della quale nella città di Macerata mancò per la metà il numero dei cittadini.
La peste si manifestò poi nel 1374 e, tra l’altro, diede occasione al primo voto pubblico e cioè alla costruzione a spese della comunità di un altare in onore della Vergine nella chiesa cattedrale. E ancora riapparve nel 1391, nel 1399 e nel 1430. Dopo un quindicennio circa, la peste ritorna con inaudita violenza negli anni 1446-1447. […] Si ricorse anche a seri provvedimenti igienico-sanitari di prevenzione e di cura: scelta di due medici stabili, riedificazione dell’ospedale del mercato “acciò che lo altissimo Dio se digne per sua misericordia e pietà levare via questa mortale peste“.

Il 3 agosto del 1447 il Consiglio di Credenza , o Minore (costituito da venticinque membri, con i gonfaloniere e i priori) delibera “che a devozione del popolo si faccia e costruisca una chiesetta (ecclesiola) in un solo giorno sotto il nome di S.Maria della Misericordia perché per le preghiere della Vergine Maria la peste che al presente infierisce in città abbia a cessare; e i priori eleggano e deputino sei cittadini per disporre che sia costruita detta chiesa“. […]

La sera del 15 agosto fu posta la prima pietra; il 16 agosto, dall’alba al tramonto, si costruì una die la chiesetta. […]

Le dimensioni della chiesetta realizzata in un solo giorno erano ovviamente modeste “tre passi per tre passi” o “tre passi in quadro”. Il luogo dove essa fu costruita originariamente è da porre all’inizio della piccola “piaggia” che dalla piazza di San Giuliano (cattedrale), passando tra il convento, la chiesa degli Agostiniani eremiti (a sinistra) e l’episcopio (a destra) – formando una “strozzatura” a causa di una domus prope episcopatum, di proprietà del comune, sul cui muro laterale probabilmente fu appoggiata la piccola costruzione – conduceva ad una “portarella” che immetteva alla Fonte maggiore. […] Dopo l’edificazione del tempietto votivo, a Macerata almeno per dieci anni non si parla più di peste.

Mons. Egidio Pietrella “La storia religiosa del Santuario della Madonna della Misericordia”, da “Sub tuum praesidium. Il santuario della Madonna della Misericordia a Macerata”, Bolis Edizioni, 2008, Azzano San Paolo BG, pagg. 23-28

 

Sub tuum praesidium confugimus,
Sancta Dei Genitrix.
Nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus nostris
sed a periculis cunctis libera nos semper,
virgo gloriosa et benedicta.

(Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio.
Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
ma liberaci sempre da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.)