Quem quæritis? Chi cercate?

Giuda bacia Gesù, Giotto (1265?-1337), particolare della Cappella degli Scrovegni, Padova

“La Chiesa celebra ogni anno i grandi misteri dell’umana redenzione dalla Messa vespertina del Giovedì nella Cena del Signore, fino ai Vespri della domenica di Risurrezione. Questo spazio di tempo è ben chiamato il «triduo del crocifisso, del sepolto e del risorto» ed anche Triduo pasquale, perché con la sua celebrazione è reso presente e si compie il mistero della Pasqua, cioè il passaggio del Signore da questo mondo al Padre. Con la celebrazione di questo mistero la Chiesa, attraverso i segni liturgici e sacramentali, si associa in intima comunione con Cristo suo Sposo.” (n.38 Paschali Sollemnitatis)

Il Venerdì Santo è il giorno della morte di Gesù sulla croce. “In questo giorno in cui «Cristo nostra Pasqua è stato immolato», la Chiesa con la meditazione della Passione del suo Signore e Sposo e con la adorazione della Croce commemora la sua origine dal fianco di Cristo, che riposa sulla Croce, e intercede per la salvezza di tutto il mondo”. (n.58 Paschali Sollemnitatis)

Per prepararci a vivere con intensità il Triduo pasquale, viene proposta la catechesi in musica «Quem quæritis?» Chi cercate? che presenta anche il canto della Passione di nostro Signore Gesù Cristo in una versione in lingua latina e in canto gregoriano, oggi poco usuale per le nostre comunità, ma un tempo normale consuetudine. Non vuole essere il recupero di pratiche antiche né far mostra di linguaggi accademici, ma permettere l’ascolto del canto di chi ci ha preceduti con la consapevolezza che è Parola di Dio e non solo un segno prettamente artistico.

Il Venerdì Santo la Liturgia della Parola è particolarmente densa con la lettura del quarto canto del servo del Signore (Is 52,13-53,12), il canto del salmo 50, l’ascolto della lettera agli Ebrei e della Passione secondo Giovanni che normalmente viene proclamata a più voci. Questa soluzione che aiuta nella drammatizzazione della lettura, è accertata fin dal XIII secolo con la distribuzione della recitazione intonata tra più cantori, probabilmente un’innovazione ad opera dei Padri Domenicani. La tripartizione è la soluzione più diffusa: il ruolo di Cristo è affidato a un basso, quello dell’Evangelista a un tenore e quello degli altri, soliloquentes, e delle turbae a un controtenore. Nel XIV secolo le turbae, ovvero le parti spettanti ai giudei e ai soldati, vengono talora assegnate a un coro, ma in forma monodica. Il Cinquecento italiano vedrà la diffusione della Passione responsoriale, resa generalmente attraverso l’adozione delle tecniche mottettistiche polifoniche franco-fiamminghe.

Oltre al canto integrale della Passione secondo l’Evangelista Giovanni con le parti polifoniche delle turbae composte dal famoso musicista consacrato Tomás Luis de Victoria (1548- 1611), potremo ascoltare anche il salmo 50, “Miserere”, nella versione composta ad uso liturgico dallo stesso autore.
Al termine lo “Stabat Mater”, su testo di Jacopone de Todi, messo in musica da Marc-Antoine Charpentier (1643-1704) per le religiose (“pour les religieuses” H.15).

“Il canto del popolo, dei ministri e del sacerdote celebrante riveste una particolare importanza nella celebrazione della Settimana santa e specialmente del Triduo pasquale, perché è più consono alla solennità di questi giorni ed anche perché i testi ottengono maggiore forza quando vengono eseguiti in canto.” (n.42 Paschali Sollemnitatis)

PROGRAMMA

  • ATTENDE DOMINEarmonizzazione dell’inno gregoriano, Carlo Paniccià (1970*)
  • MISERERE, salmo 50, Tomás Luis de Victoria (1548-1611)
  • PASSIO DOMINI SECUNDUM IOANNEM, Tomás Luis de Victoria (1548-1611)
  • VERE LANGUORES, Tomás Luis de Victoria (1548-1611)
  • STABAT MATER pour les religieuses H.15, Marc-Antoine Charpentier (1643-1704)

 

Scheda tecnica del concerto disponibile su richiesta