Venticinque anni fa moriva il Vescovo Francesco Tarcisio Carboni

di Carlo Paniccià

1979, Visita pastorale alla Parrocchia San Michele di Macerata (archivio fotografico famiglia Paniccià)

Sono trascorsi 25 anni eppure sembra ieri quando il mattino del 20 novembre 1995 la notizia ci scosse tutti lasciandoci storditi: il Vescovo Tarcisio era deceduto in un incidente autostradale. Due giorni prima lo avevo incontrato per ricordargli che avrebbe dovuto presiedere la celebrazione eucaristica pomeridiana in occasione della festa di S.Cecilia martire animata dai cori diocesani che avevo ideato e organizzato con la Cappella musicale della Cattedrale di Macerata. Si era rammaricato e scusato con me per essersi dimenticato di comunicarmi che non avrebbe potuto in quanto in viaggio verso Palermo: lo attendeva un grande evento della chiesa italiana, il Convegno ecclesiale nazionale di Palermo.

Di lui ho molti ricordi, ne voglio riportare tre.

Con la mia famiglia ci conoscevamo da tempo. Sono cresciuto sotto il suo episcopato, era diventato vescovo nel 1976. Mio padre lo incontrava spesso, percorrevano via Don Minzoni, il tratto di strada che da Piazza San Vincenzo Maria Strambi conduceva in Piazza della Libertà e viceversa. Quando tornava a casa papà diceva sempre “Ho incontrato il Vescovo. Mi ha detto di portavi il suo saluto”.

Un vescovo che si rimboccava le maniche in qualsiasi ambito, compreso quello musicale! Ho ancora vivo il ricordo di fine anni ’80, di quando un nostro amico di parrocchia, Paolo Toso, venne a trovarci a casa con un racconto quasi lunare per il tempo e che ricordo ancora benissimo:
«L’altro giorno ha chiamato a casa il Vescovo. Ha risposto mio fratello, che mi ha detto: “c’è uno che dice di essere il vescovo, vuole parlare con te”. In effetti era proprio Carboni!  Mi ha chiesto se lo andavo a trovare in episcopio. Sono andato e mi ha consegnato questa [e Paolo ci mostrò una busta piena zeppa di testi di canti liturgici ritagliati, rettangolini di carta grandi, piccoli, fotocopie, fogli di giornale, …] dicendomi di mettere insieme i canti per la Messa più conosciuti che ha selezionato e realizzare il repertorio diocesano: mi date una mano? Voi [io e mio fratello Roberto] la musica la conoscete…».
Da quel lavoro di prima catalogazione scaturì un paio di anni dopo, grazie soprattutto al lavoro importante di don Don Silvano Attilio – allora direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano – il repertorio di canti per la liturgia della Diocesi, una delle tante raccolte diocesane che hanno anticipato molti anni prima il repertorio di canti per la liturgia della Chiesa cattolica italiana (2008).

Il 1° ottobre 1993 il Vescovo Carboni celebrò le esequie di mio papà Nello, morto improvvisamente a 57 anni. Diversi mesi prima di quell’evento che sconvolse la mia famiglia avevo preso la direzione della Cappella musicale della Cattedrale. Lui mi incontrò a San Michele e si rallegrò con me. Mi chiese con insistenza che facessi cantare l’assemblea come facevo da anni in parrocchia, anche una semplice acclamazione. «Il latino è una lingua che capiscono in pochi, oggi come ieri: allora inserisci sempre un canto per tutti in italiano!».

Sono memorie belle ed indelebili che procurano gioia, perché ricordano che il cammino di ognuno di noi è accompagnato da eccezionali compagni di viaggio: con loro era ed è impossibile perdersi.

1979, Visita pastorale alla Parrocchia San Michele di Macerata (archivio fotografico famiglia Paniccià)