Il territorio della Diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, coi suoi 136.027 abitanti, è tutto compreso nella Provincia di Macerata e include i seguenti Comuni: Appignao, Colmurano, Cingoli, Macerata, Montecassiano, Montefano, Montelupone, Pollenza, Porto Recanati, Recanati, Tolentino, Treia, Urbisaglia.
La Diocesi originaria di Macerata fu eletta nel 1320 da Giovanni XXII.
Nella Bolla di erezione, data da Avignone il 18 Novembre 1320, si parla della Città di Macerata come “insignis, populosa et apta” e dei Maceratesi come “Ecclesiae devoti filii et fideles”, parole che riecheggiano quelle già usate da Innocenzo IV che parlava di Macerata come di una “Città diletta e fedele”.
La Diocesi, all’inizio, si estendeva fino al mare e comprendeva, con Recanati, anche il territorio di Loreto.
Nel 1357 Innocenzo VI restituì a Recanati la Sede Vescovile, di cui era stata insignita fin dal 1240, e la unì a quella di Macerata.
Non ebbe seguito la decisione di Urbano V che, nel 1370, intendeva allargare i confini delle Diocesi di Recanati e di Macerata unendo ad esse i Comuni di Treia, Montemilone (Pollenza), Montecassiano, Montolmo (Corridonia), Monte Santo (Potenza Picena), Montelupone, Civitanova e altri minori.
Nel 1586 Sisto V separò Macerata da Recanati, eresse a Diocesi Tolentino che peraltro era stata Sede Vescovile già dal IV-V secolo, e la unì a Macerata, alla quale, due anni dopo, dispose che fossero annessi i Comuni di Pollenza e Urbisaglia, in precedenza appartenenti a Camerino.
Con la riforma delle Diocesi del 1986, sono state definitivamente unite a quella di Macerata, oltre alla Diocesi di Recanati, anche quelle di Cingoli e Treia, anch’esse ricche di tradizioni religiose e di storia: ci sono documenti che parlano di Giuliano Vescovo di Cingoli che accompagnò Papa Vigilio a Costantinopoli per il Concilio del 553, mentre di Treia si sa con certezza che già dal IV secolo era anch’essa Sede Episcopale.